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Odilia Todeschini è la stilista e “anima” dell’atelier di Lecco, un vero e proprio laboratorio di sartoria dedicato alla Sposa e all’Alta Moda nel centro storico di Lecco.

Di seguito, una conversazione/intervista, per comprendere in modo più approfondito le sue caratteristiche stilistiche e ascoltare alcuni suggerimenti per le future spose.

La prima domanda, forse scontata, ma fondamentale:
come è possibile descrivere la sposa di Odilia Todeschini?

La mia sposa è una persona molto elegante e raffinata, che ambisce a declinare anche nell’abito da sposa il proprio stile quotidiano, enfatizzandone romanticismo e carattere attraverso il gusto e la ricercatezza.
È una sposa che valorizza la sua immagine con le linee più appropriate alla propria figura ed esalta l’importanza dell’occasione con materiali di pregio assoluto, ma vuole essere bella e affascinante pur rimanendo spontanea e disinvolta.
È anche una donna moderna e contemporanea, quindi ricerca il modello più adatto allo stile e alla location di cerimonia e ricevimento.
La mia è una sposa che vuole stupire esprimendo il meglio di se stessa, non interpretando un’altra persona.

Qualche consiglio per quanto riguarda le linee..

Questo è un discorso che non può essere generalizzato, occorre ragionare caso per caso, soprattutto sulla base di due elementi fondamentali: da una parte i desideri e il gusto della cliente e, dall’altra parte, la valutazione più “razionale” del suo fisico e delle sue misure.
Per aiutare la futura sposa nella scelta, nel mio atelier di Lecco sono sempre disponibili per la prova oltre 50 abiti di campionario, assortiti in molteplici linee e nei più svariati materiali.
La scelta della linea e dei materiali di un abito avviene, quindi, valutando insieme alla cliente la soluzione migliore, che possa soddisfare le sue aspettative e che al contempo aggiunga adeguato valore e proporzione alla sua figura.

Quindi lo stesso principio vale anche per i materiali con cui viene realizzato l’abito?

Certamente, anche la preferenza per un materiale, invece che per un altro, ha una chiave di lettura, che è in funzione della scelta della linea e della valorizzazione della figura.
Nella mia sartoria offro un’ampia scelta di tessuti provenienti solo da produttori di indiscusso pregio, italiani per quanto riguarda la seta e prevalentemente francesi per i pizzi.
I tanti anni di esperienza mi hanno tra l’altro consentito di costruire e rafforzare rapporti sempre più collaborativi con la rete dei miei fornitori, che oggi mi possono garantire qualità assoluta dei materiali e tempestività nelle consegne.

Possiamo dire che ogni abito da sposa di Odilia Todeschini
è realizzato su misura?

Assolutamente: l’esclusività è proprio uno dei valori aggiunti più essenziali del mio atelier.
Dalla mia sartoria non può mai uscire un abito da sposa uguale ad un altro; non solo per le misure in senso stretto – che ovviamente cambiano da una persona all’altra – ma soprattutto perché ogni volta viene studiato, disegnato e confezionato un capo che è del tutto esclusivo ed originale.
Non si tratta banalmente di modificare la profondità di una scollatura o la lunghezza di una manica; è proprio tutto il modello che viene nuovamente ideato, disegnato e realizzato.
Per me è importantissimo che ogni “mia” sposa possa affermare con orgoglio che il suo abito è stato studiato e confezionato unicamente per lei.

Vogliamo dare qualche consiglio pratico alle future spose
sui tempi e sulle modalità nell’acquisto dell’abito?

Generalmente suggerisco di prendere circa 6 mesi prima l’appuntamento per una prova, che nel mio atelier è gratuita e assolutamente senza impegno.
In questa occasione la cliente, dopo un’approfondita chiacchierata conoscitiva con me, indossa alcuni capi del campionario, che diventeranno la base di partenza per stabilire i dettagli dell’abito definitivo.
Dal momento della scelta a quello della consegna, vengono effettuate delle prove intermedie, che servono anche per determinare ulteriori modifiche e personalizzazioni dell’abito.
Queste prove sono molto importanti e sottolineo che senza di esse non è possibile parlare di vera “confezione sartoriale su misura”.
Riguardo alla prima prova, mi sento di consigliare alle future spose di venire accompagnate solo da un paio di persone di fiducia: troppi pareri possono solo generare confusione e non semplificano la scelta dell’abito più appropriato.

Il design che distingue l’atelier è molto particolare: chi ne è stato l’artefice?
 
Ho curato personalmente tutta la fase progettuale dell’atelier e ho fortemente voluto che rispecchiasse l’essenza del mio stile, improntato ad un concetto di eleganza moderna e raffinata.
Nel mese di aprile del 2011 ho avuto l’opportunità di trasferire la mia sartoria nella nuova location di Lecco, una proprietà di famiglia che si trova in Via Visconti al n. 9, posizione centralissima a due passi da Piazza Manzoni.
È stata l’occasione per finalizzare l’ideale del mio atelier, così come l’avevo in mente da anni: il laboratorio di sartoria che si “affaccia” come una terrazza sulla zona showroom.
Lo spazio è articolato su tre piani. Al piano terra un’ampia vetrina aperta, dove allestisco le ambientazioni per esporre gli abiti da sposa, e un’altra vetrina per i capi di alta moda; varcato l’ingresso, c’è la zona di accoglienza con un grande tavolo di legno bianco, poi l’area dove sono esposti gli abiti di campionario, infine il salotto per le prove.
Una scala di legno bianco porta al piano superiore, dove si trova la sartoria, il mio “regno”: è qui che passo la maggior parte del mio tempo, disegnando, tagliando e realizzando personalmente le mie creazioni e, quindi, ho dedicato grande cura nella progettazione di questo spazio.
Tutti gli ambienti sono caratterizzati dalle tonalità che preferisco: il bianco satinato con cui ho colorato alcuni mobili antichi che avevo collezionato, il colore naturale del rovere massello della pavimentazione e la gradazione chiara del color tortora delle pareti.
Un ultimo cenno è per la “chicca” del mio salotto per le prove, che ho voluto caratterizzare soprattutto con un’atmosfera di intimità e comfort, per ricevere al meglio le mie “ospiti”, clienti e chi le accompagna.
Qualche parola sulla storia della sua esperienza nella moda: com’è iniziata?
 
Già durante il Liceo Artistico mi sono accorta di avere una grande passione per la moda, tant’è che nel tempo libero mi divertivo a realizzare i primi capi di abbigliamento, all’inizio per me, in seguito per amiche e conoscenti.
Dopo il Liceo ho frequentato alcuni corsi di specializzazione presso l’Istituto Marangoni di Milano e da lì ho capito quale sarebbe stata la strada che volevo percorrere.
La prima collaborazione come stilista presso un’azienda di abbigliamento sportivo mi ha fornito lo spunto per elaborare procedimenti artigianali più agili rispetto alla vecchia impostazione delle sartorie di quei tempi.
Con quel bagaglio di esperienza ho deciso di aprire, quindi, la mia prima piccola sartoria a Lecco nel 1992, dove ho iniziato subito a proporre e confezionare capi di abbigliamento su misura per una clientela esigente ed elegante.
Di quei primi tempi c’è qualche aneddoto simpatico da raccontare?
 
A me e alle mie clienti piacevano ovviamente i bei tessuti e in quel periodo Agnona rappresentava per me il marchio più prestigioso di lane e cashmere, in quanto forniva couturier famosi, come Valentino, Chanel, Dior…
Un giorno telefonai direttamente alla sede di Agnona di Borgosesia, chiedendo di parlare con chi si occupava delle vendite.
Casualmente, girarono la mia chiamata al direttore commerciale in persona, che mi fissò un appuntamento a breve presso l’azienda per visionare le loro collezioni.
Quando arrivai nel suo ufficio, dopo le prime parole, capii che il direttore commerciale era abituato a trattare le centinaia di metri di tessuti con le Case di Moda allora in voga e mi affrettai a spiegare che avevo una piccola sartoria e avrei potuto acquistare solo assortimenti di pochi metri per qualche articolo cui ero interessata.
Il direttore commerciale fu molto benevolo e mi disse che aveva letto nei miei occhi un grande entusiasmo, mentre toccavo e accarezzavo i tessuti.
Quindi, contravvenendo alle prassi commerciali che adottavano in quel periodo, stilammo insieme il mio primo piccolo ordinativo: tre metri di quel tessuto, quattro di quell’altro e cosi via…
Venne fuori un ordine microscopico per l’azienda, ma di grandissimo valore per me, in quanto mi permise di utilizzare solo materiali di altissima qualità per i miei capi, così come faccio tuttora.

Dalla sartoria su misura agli abiti da sposa: come è successo?

Già nel primo anno di attività avevo confezionato qualche abito da sposa per le mie clienti, poi nell’ottobre del 1993 mi sono sposata e in seguito ho esposto in vetrina il mio personale abito da sposa.
Da quel momento il mio piccolo atelier è stato sempre più frequentato da future spose, che desideravano far disegnare e realizzare da me il proprio abito.
Lo spazio allora a disposizione si è rivelato troppo piccolo, così nel 1994 mi sono trasferita in locali più grandi, sempre a Lecco, che poi ho dovuto abbandonare per superfici sempre maggiori nel 1998 e nel 2002, fino alla location attuale a Lecco in Via Visconti al n. 9.

Non ha mai pensato di proporre le collezioni ad un pubblico più vasto?
 
Sì, a ottobre del 1995 presentai la mia prima collezione durante la “settimana della Moda di Milano” e ottenni subito successo: vendetti i capi della collezione ad una decina di negozi in Italia e a Kleinfeld di New York.
Negli anni successivi vissi una fase di lavoro molto intenso nella distribuzione delle mie collezioni, che erano in vendita presso circa 50 negozi in Italia, Europa, Usa e Giappone.
Aprii uno showroom a Milano in Via Montenapoleone, dove due volte l’anno presentavo le collezioni ai miei dealers.
In quel periodo i miei abiti erano rappresentati anche sulle copertine e negli articoli redazionali delle più importanti riviste di settore, tra cui Vogue Sposa e Domina Sposa.
Tra i miei clienti c’erano anche i quattro negozi di Le Spose di Giò, che in quegli anni vendettero svariate decine di miei abiti alle loro clienti.
Quei sette anni mi offrirono un’esperienza senza dubbio vantaggiosa, perché mi permisero di avere nuovi e diversi stimoli.
Ma nel 2002 presi una decisione, che spiazzò tutti, perché inaspettata: gli eccessivi protagonismi e ambizioni dei vari personaggi di quell’ambiente e i ritmi incalzanti dei rapporti con gli addetti ai lavori non facevano per me; mi è sembrato di allontanarmi sempre più dal contatto diretto con le “mie” spose, che costituiscono la mia vera fonte di ispirazione.
In più, gli ordinativi aumentavano sempre più e mi sono resa conto che sarebbe stato impossibile mantenere alto il livello della qualità con quegli elevati volumi di produzione: quello è prêt-à-porter, non puoi più chiamarlo Alta Moda.
Quell’anno decisi, quindi, di dedicarmi solamente al mio atelier di Lecco.
Fu una scelta eccellente, perché oggi l’impostazione del mio atelier mi dà continue soddisfazioni e mi permette di esprimere la mia vera essenza: creare abiti meravigliosi e regalare momenti indimenticabili per le mie spose è senza prezzo!

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Odilia Todeschini – Via Visconti 9 | 23900 Lecco

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